C’è aria di resa dei conti alla Sapienza. Quattro dei sei candidati rettore si sono ritirati dopo la prima tornata elettorale. E ora si profila una corsa a due all’ultimo voto tra Eugenio Gaudio, preside di Medicina e da molti considerato il delfino del rettore uscente Luigi Frati, e l’antagonistaGiancarlo Ruocco, prorettore alla Ricerca e ordinario di Fisica. E oggi riaprono le urne.
Il macchinoso sistema elettorale dell’ateneo prevede tre tornate di voto, in cui per venire eletti serve la maggioranza assoluta del 50% più 1. Se nessun candidato la raggiunge, si procede a un ballottaggio tra il primo e il secondo.
I risultati della prima votazione, resi noti venerdì 26 settembre, hanno delineato equilibri già in parte previsti durante la lunga campagna elettorale: Gaudio ha ottenuto 1800 voti (40%), seguito da Ruocco con 805 voti (17%). Sotto il 15%, invece, l’endocrinologo Andrea Lenzi, 650 voti, il preside di Architettura Renato Masiani, 420, il preside di Lettere Roberto Nicolai, 410, e per ultima l’unica donna della competizione, l’ingegnere informatico Tiziana Catarci, con 300 voti. Le schede bianche, invece, sono state 120.
I quattro candidati hanno aspettato fino a ieri per dichiarare ufficialmente il proprio ritiro dalla corsa a Magnifico della Sapienza, lasciando i due contendenti a sfidarsi a viso aperto già con la seconda tornata elettorale, che inizia oggi e finirà venerdì 3 ottobre con lo spoglio e, forse, anche il nome del nuovo rettore della più grande università d’Italia.
Quanto alle geometrie sotterranee che si stanno delineando, per sopostare su uno o sull’altro candidato i voti dei ritirati, la situazione è decisamente complessa.
L’unico ad aver fatto palese dichiarazione di voto per Gaudio è stato il quarto classificato, Renato Masiani, il quale ha mandato un’e-mail a tutti i votanti, spiegando le ragioni del suo ritiro ed esprimendo la sua preferenza per il preside di Medicina.
La vera incognita, invece, è dove si sposteranno i pacchetti di voti degli altri candidati, che ufficialmente hanno lasciato liberi i propri sostenitori di scegliere chi votare. Il secondo dato significativo è l’astensionismo del personale tecnico-amministrativo: ha votato circa il50% e si vocifera che la maggioranza fossero i dipendenti del Policlinico Umberto I, l’ospedale universitario oggi al centro di un braccio di ferro con la Sovrintendenza.