7 novembre 2014 – “La Madre Chiesa ha tanta generosità per poter fare giustizia gratuitamente, come gratuitamente siamo stati giustificati da Gesù Cristo”, ha detto Papa Francesco nel discorso ai corsisti del tribunale ecclesiastico. Una dichiarazione esplosiva, che riporta alla luce gli scandali degli altissimi costi sostenuti dai fedeli per adire alla Sacra Rota, il più alto organo della giustizia ecclesiastica.

All’insaputa dei più, il Tribunale della Rota Romana – più conosciuto come la Sacra Rota – si riunisce e giudica da più di 500 anni nel palazzo della Cancelleria, a due passi dalla piazza della movida capitolina, Campo de’ Fiori. Fatto costruire nel 1513 dal Camerlengo di papa Sisto IV, tra le sue mura si decide tutta la giustizia vaticana: la Penitenzieria Apostolica, Segnatura Apostolica e la Rota Romana.

Le origini risalgono alla Cappella Domini Papae, ai cui membri il Papa affidò sin dal 1100 il compito di istruire cause e pronunciare sentenze. Il tribunale della Sacra Rota viene istituito formalmente nel 1331 con la bolla Ratio iuris, emanata da Giovanni XXII il 16 dicembre 1331. Organo di appello del diritto canonico, oggi giudica in seconda istanza le cause definite dai tribunali ordinari diocesani, in casi eccezionali funge anche da corte di terza istanza (simile alla Cassazione del diritto italiano), per le cause già trattate in appello sia dalla stessa Rota o da altro Tribunale ecclesiastico d’appello.

Soprattutto, però, è il tribunale ordinario del Pontefice e come tale giudica le cause che le sono espressamente riservate dal diritto canonico e quelle che le vengono affidate direttamente dal Papa. I giudici rotali sono di diretta nomina papale e costituiscono un collegio presieduto dal Decano, giudicano in turni di tre uditori e attualmente sono ventuno.

I COSTI – “Quando ero cardinale a Buenos Aires – ha detto il Papa – ho congedato dal tribunale una persona che diceva: “Diecimila dollari e ti faccio i due procedimenti, il civile e l’ecclesiastico”. I costi della giustizia ecclesiastica, infatti, aumentano esponenzialmente a causa delle parcelle degli avvocati rotali, abilitati ad stare innanzi la corte della Sacra Rota dopo un corso di studi di tre anni presso lo Studio Rotale.

La spesa per iscrivere a ruolo la pratica, infatti, è di 525 euro per una sentenza di primo grado, 100 euro per un verdetto di secondo grado. Un avvocato abilitato, invece, chiede cifre che oscillano dagli abbordabili 2.500 euro ai 10.000. Per i meno abbienti, però, è previsto il gratuito patrocinio a spese del Vaticano.

Eppure, nonostante i costi variabili e il tempo di attesa di circa 4 anni per ottenere la nullità, il ricorso alla Sacra Rota per ottenere il “divorzio cattolico” viene scelto sempre più spesso dagli italiani, sia per ottenere la possibilità di risposarsi in chiesa che per aggirare le ancora più lunghe e spesso più onerose cause civili di separazione e divorzio. Quello più ingolfato è il tribunale ecclesiastico Campano, dove nel solo 2012 si sono accumulate 787 richieste di nullità matrimoniali: un aumento record quasi del 10% rispetto all’anno prima.

IL “DIVORZIO CATTOLICO” – La maggioranza delle cause decise dalla Sacra Rota riguardano la dichiarazione di nullità del sacramento del matrimonio: comunemente conosciuto come una sorta di divorzio cattolico, permette di risposarsi in Chiesa anche di seconde nozze.

La Chiesa Cattolica non riconosce motivi di annullamento del sacramento matrimoniale, il diritto canonico però stabilisce che, se viene dimostrata ex post la sussistenza di una causa di nullità già esistente prima del matrimonio, la validità del vincolo è viziata e dunque i coniugi sono sciolti dagli obblighi matrimoniali.

Per ottenere la pronuncia, il coniuge che voglia far valere la nullità deve rivolgersi al tribunale ecclesiastico di primo grado (uno dei 18 tribunali regionali competenti per le cause di nullità matrimoniale). Lo scioglimento però diventa esecutivo dopo la pronuncia di due sentenze conformi: se la prima istanza si conclude in modo favorevole alla nullità, è necessario appellarsi in secondo grado per ottenere la seconda sentenza affermativa. Nel caso, però, in cui la prima e la seconda pronuncia siano difformi, è necessario adire al terzo grado di giudizio per dirimere la questione.

La Sacra Rota può essere scelta dall’attore come tribunale di secondo grado, dopo una prima pronuncia del tribunale regionale, nonostante il grado superiore ordinario sarebbe il tribunale regionale . Nel caso in cui serva una terza pronuncia, invece, il ricorso al Tribunale Rotale è obbligatorio.

Quanto alle ragioni della nullità, il diritto canonico riconosce un elenco tassativo di motivi: l’impotenza; l’incapacità di contrarre per cause di natura psichica, per difetto di “discrezione di giudizio” (incapacità di valutare gli effetti del matrimonio, nei suoi risvolti pratici) e per “insufficiente uso di ragione” (per esempio se sono stati assunti farmaci, alcool o droghe al momento dell’atto); ignoranza (applicabile solo in caso di coniugi adolescenti); errore di persona o sulle qualità della persona; dolo (inganno voluto coscientemente, ai danni del coniuge per estorcere il consenso nuziale); simulazionetimore (in caso di violenze o di matrimonio contratto solo per liberarsi da un timore grave) e infine nel caso in cui il celebrante non abbia i requisiti formali.

RICEZIONE NEL DIRITTO ITALIANO – Perchè la dichiarazione di nullità del matrimonio religioso determini anche l’annullamento del matrimonio civile, è necessario che la sentenza ecclesiastica venga accolta dall’ordinamento italiano, attraverso la procedura di delibazione presso la corte d’Appello competente per territorio. Attenzione, però: il riconoscimento delle sentenze ecclesiastiche non è automatico. E’ necessario, infatti, che la causa di nullità rilevata dalla Sacra Rota sia prevista anche nell’ordinamento italiano. Per esempio, la mancata consumazione non rileva come causa generica di annullabilità del matrimonio ai fini del diritto italiano e, per essere fatta valere, deve essere verificata nel concreto dalla magistratura ordinaria. In questo caso, dunque, a ricezione della dispensa ecclesiastica non può essere recepita in via automatica dall’ordinamento italiano.

I MATRIMONI FAMOSI – Se il re d’Inghilterra Enrico VIII ha dovuto fondare la Chiesa anglicana per poter divorziare da Caterina d’Aragona, gli aristocratici venuti dopo di lui hanno potuto scegliere il rimedio meno drastico e adire alla giustizia ecclesiastica per ottenere la dichiarazione di nullità del loro matrimonio. La lista è lunga: la principessa Carolina di Monaco ha dovuto impiegare 12 anni per far decadere l’unione con Philippe Junot e potersi risposare, e come lei hanno fatto anche la principessa Irene d’Olanda, il duca Amedeo D’Aosta e Carla d’Orleans.

Non solo nobili, però, anche Vittorio Gassman e la prima moglie Nora Ricci chiesero e ottennero lo scioglimento dal vincolo perchè – dimostrarono – si trattava di un matrimonio simulato, cioè contratto per convenienza. In quegli anni, inoltre – era il 1967 – non era ancora stata approvata la legge sul divorzio. Dalla Sacra Rota è passata anche l’attrice Sandra Milo, che si sposò appena diciassettenne con il marchese Cesare Rodrighero: il matrimonio durò una settimana, ma per ottenere le due pronunce dei tribunali ecclesiastici la sposa aspettò vent’anni. Tra i politici, il più famoso ad aver ottenuto la dichiarazione di nullità del matrimonio alla Sacra Rota è l’ex leader dell’Udc Pierferdinando Casini. Il politico cattolico, sposato dal 1982 al 1998 con Roberta Lubich, ex moglie di Francesco Segafredo, ha potuto così convolare a seconde nozze con Azzurra Caltagirone, senza scontentare l’elettorato del suo partito.

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